Altro trasloco, altro lavoro.
Strana la cosa, ma si sta verificando la stessa identica situazione di tre settimane e mezzo fa.
Mentre traslocavo da casa della Debrah al monolocale, e poi dal monolocale all’appartamento, ero in cerca di un impiego, e l’ho trovato proprio nel momento di maggior trambusto.
Anche questa volta, a circa un mese di distanza, il passaggio dall’appartamento al monolocale, e dal monolocale al nuovo appartamento, sta avvenendo parallelamente alla disperata ricerca di un nuovo impiego.
Ma sempre tutte insieme vengono le magagne? Eh certo! Che domande… 😉
Fortunatamente la situazione è sotto controllo. Il monolocale è prenotato, e la casa sarà nostra fino al 26 Maggio. Il problema adesso è tirar fuori tutti i soldi in una volta sola. Col lavoro diciamo che non son neanche messa poi così male. Oggi ho fatto il colloquio al Love Supreme, una pizzeria che c’è a due passi dall’Arthur’s Pizza, e venerdì faccio la prova. Si tratterebbe di un part-time serale, proprio come all’Arthur’s. Domani invece ho la prova al Renato’s, un ristorante italiano che c’è sulla spiaggia di Coogee. Oggi, mentre ero a passeggio, ho lasciato il curriculum anche ad un’altra pizzeria che c’è vicino al centro. Cercano cameriere. Io ho dato la disponibilità per il turno del pranzo, così potrei combinare il lavoro diurno in questo posto con quello serale al Love Supreme.
Bene, è giunto il momento di fare un nuovo bilancio.
L’ultimo mese non è stato semplice, ma è servito per capire tante cose. In primis, quant’è difficile vivere col pensiero di non riuscire ad arrivare a fine mese. La paura di perdere il lavoro e di non riuscire a trovarne un altro in breve tempo. Lavorare per pagare l’affitto, la spesa, il tesserino dei mezzi, l’assicurazione che è scaduta, la ricarica del cellulare, nuovi vestiti e nuove scarpe per affrontare il freddo che si fa sempre più pesante…
Il periodo dello stage in confronto è stato una bella vacanza. Tutto già pagato dall’Italia (casa, assicurazione, pasti), tutti i weekend un’uscita fuori Sydney, ristorante almeno due o tre volte la settimana… Se ci penso adesso mi dico “certo che a qualcosa potevi pure rinunciare!”. Il conto in banca non sarebbe così “appianato” in questo momento. Ma anche questo serve a crescere. Certo, la situazione che sto vivendo qui in Australia sembra tanto una sorta di simulazione della vita vera. So perfettamente che se le cose dovessero andar male, e fossi costretta a tornare a casa, tutta la mia vita riprenderebbe esattamente da dove l’ho lasciata (più o meno). Detto terra terra “lo so di avere il culo parato”. Ma siccome ormai sono nel pieno della partita, ho deciso che me la giocherò fino in fondo. E comunque, anche questa è vita vera. Il lavoro è vero, la casa da pagare è vera, le persone che incontro sono gente vera…
E, sebbene io non ne sia molto convinta, anche questa potrebbe diventare la mia vita vera, no?