Gli ultimi giorni non sono stati certo una passeggiata. Più e più volte mi sono ritrovata col groppo in gola e gli occhi lucidi a vagare per una città dove per gli altri non sono nessuno e dove ancora non conosco nessuno. Bam bam bam, un problema dopo l’altro, come una mitraglietta. Otto giorni da quando sono arrivata ad Auckland, ma con tutte le cose che sono successe mi sembra di esser qua da un’eternità.
Pian piano, però, sembra che le cose stiano andando per il verso giusto.
L’ultimo, grande ostacolo, è stata la ricerca disperata di un appartamento quando ho saputo che in ostello non c’era più posto. Due giorni prima della scadenza della mia prenotazione, infatti, vado dal tipo alla reception per pagare un’altra settimana e scopro che non hanno più letti disponibili.
Bam, ecco altro problema. Non perdo tempo e mi metto disperatamente alla ricerca di un appartamento in condivisione come ce l’avevo a Melbourne. Mal che vada, mi dico, trovo un altro ostello. Il giorno stesso organizzo due sopralluoghi. Del primo non ne voglio parlare. Il secondo, invece, mi lascia a bocca aperta. Bellissimo appartamento a due passi dalla via più centrale di Auckland, economico, super accessoriato, pulito e immenso. Il problema è che la proprietaria mi fa dannare fino all’ultimo perché “deve prima far vedere l’appartamento ad altre persone e scegliere il coinquilino più adatto”. Fortuna che alla fine sono stata io “l’eletta” e così la mattina dopo aver firmato il contratto (a mezzanotte, dopo il lavoro), ho fatto i bagagli e mi sono trasferita nella mia nuova stanza che dovrò condividere con un altro coinquilino non appena la padrona di casa l’avrà trovato. Ma questo non credo sarà un problema perché la stanza è davvero immensa.
Oltre alla questione casa, che è ormai archiviata, c’è poi la questione lavoro… ma non la chiamerei “questione” dato che da quando sono arrivata mi sono stati offerti così tanti lavori da avere l’imbarazzo della scelta. Dopo aver fatto diverse prove in vari ristoranti, adesso non mi resta che stabilire quale tra questi mi darà in futuro la possibilità di dare un senso ai tanti anni di studio in Italia.
Adesso i problemi rimasti sono: attendere l’approvazione del working holiday e uscire al più presto dalla spirale della povertà. Appena me lo potrò permettere dovrò anche comprarmi una bicicletta… possibilmente col cambio! Qui ci sono troppi sali e scendi! 😛