Vi avevo promesso una pagina interamente dedicata a me, eccovi accontentati… dopo 9 mesi che il sito è attivo, ma meglio tardi che mai.
Mi presento.
Mi chiamo Linda, ho 25 anni, e per i trascorsi 24 e mezzo ho abitato a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano. Ho scoperto di amare i viaggi durante il mio primo viaggio studio a Oxford (England) nel lontano 2004. Prima di allora, gli unici posti in cui sono stata erano: Varazze (in Liguria), ogni anno nelle vacanze di Pasqua, la Riviera Romagnola, tra Giugno e Luglio, e Borno, in Val Camonica (BS) in Agosto. Tutto ciò si ripeteva con costanza ogni santo anno fino a che, alle superiori, non decisi di seguire l’indirizzo linguistico proprio per la possibilità che offriva di trascorrere un periodo di studio all’estero ogni anno. Dopo Oxford, nel 2005 ci fu Montpellier (Francia) e, sempre lo stesso anno, grazie alla borsa di studio Leonardo da Vinci, trascorsi tre settimane a Parigi lavorando come commessa in un negozio di calzature.
Da li non mi sono più fermata.
Finite le superiori, mi iscrissi alla facoltà di Scienze Linguistiche dell’Università Cattolica di Milano. Onestamente l’ambiente universitario non mi è mai piaciuto, ma arrivare alla laurea era comunque un obiettivo che volevo raggiungere il prima possibile.
Dopo la triennale in Esperto Linguistico d’Impresa e la specialistica in Management delle Imprese Turistiche, finalmente la luce alla fine del tunnel. Dopo un 2011 abbastanza turbolento sotto tutti i fronti, il 10 Gennaio 2012 ho preso il volo che mi ha condotta fino a qui, in Australia.
La miglior decisione che io abbia mai preso per me stessa.
Prima dell’Australia, tuttavia, tra una sessione di esami e l’altra, ho sempre cercato di evadere dall’Italia ogni volta che potevo… Londra, Madrid, Barcellona, Praga, Parigi, Parigi e ancora Parigi.
Ah, non ve l’ho detto, amo la Francia, il francese e i francesi (!) 😛 .
La Francia è in assoluto la nazione con cui sento di avere maggior feeling.
Il francese è l’unica lingua, dopo l’italiano, che mi viene naturale parlare. Mi è capitato spesso di conversare in francese e di sentirmi chiedere “ma da che zona della Francia vieni?”. Sarà per via dell’accento. Al contrario, ho capito che con l’inglese non ho speranze. Si, lo capisco, ma non mi viene spontaneo. Il mio cervello quando deve elaborare una frase in inglese la pensa prima in italiano, poi in francese e poi, forse, riesce a mettere insieme un soggetto, un verbo e un complemento che, il più delle volte, non calzano nemmeno 😯 .
Cos’altro amo oltre ai viaggi.
Beh, chi mi conosce bene lo sa! Io adooooro cucinare… e anche mangiare naturalmente! 😉
Amo assaggiare nuovi piatti per poi provare a rifarli da me, magari elaborandoli un po’.
Mi diverte tantissimo cucinare per gli altri e sapere che apprezzano, anche perché, modestamente, è l’unica cosa che mi riesce veramente bene (sempre al secondo tentativo però).
Qui in Australia ho anche scoperto che lavorare come cameriera regala un sacco di soddisfazioni. Sarà perché mi piace il campo della ristorazione, dell’ospitalità, la stragentilezza della gente che quando le servi un piatto ti travolge di mille complimenti, come se lo chef fossi tu. Se in futuro riuscissi a combinare le mie due grandi passioni, la Francia e la cucina, magari aprendo un ristorante o una pensioncina familiare nella città in cui deciderò di stabilirmi definitivamente, raggiungerei davvero l’apice della soddisfazione personale.
Cos’altro aggiungere.
Sicuramente questa esperienza mi ha cambiata parecchio, spero in meglio. Mi ha fatto aprire gli occhi su tante cose che prima ignoravo. Me li ha fatti chiudere davanti a tante situazioni banali che prima mi creavano disagio. Sono più sicura di me stessa, più istintiva e meno razionale, ma allo stesso tempo più matura. Se devo prendere una decisione non ci perdo più ore ed ore ad analizzare tutti i pro e i contro, forse perché adesso mi conosco meglio e so quello che voglio. Se avessi scritto questo post a tempo debito, ovvero prima di partire, credo che avrei detto cose veramente differenti. La lontananza da casa, dalle persone a cui vuoi bene, da tutto ciò che è familiare all’inizio è dura, ma scoprire di riuscire a cavartela contando solo sulle tue sole forze, in un paese dove il tuo destino non è già scritto, ti soddisfa a tal punto da farti trovare dentro una forza che mai avresti pensato di avere. Si, insomma, ti da una carica pazzesca. Da li, poi, diventa un circolo vizioso, o virtuoso, dipende se volete dargli una connotazione positiva o negativa. Per me, è in assolto positiva.
Concludendo, dico che sono sempre più convinta del fatto che il destino ce lo scriviamo da noi, e che fino all’ultimo c’è sempre un bivio, una scelta che spetta solo a te, giusta o sbagliata che sia. Poi, si può sempre tornare indietro.
E non smetterò mai di ripetere che la parte più dura di un viaggio è solamente la partenza. Lo dico per tutti quelli che vorrebbero ma non hanno il coraggio. È come fare Bungee Jumping, il difficile è trovare la forza di buttarsi, dopodiché, è tutta una goduria!
La sola differenza è che col Bungee una volta che ti butti non torni più indietro .
Beh, spero di esser stata esaustiva 😎 .
Se avete domande sono qua!