Emozionatissima. Mi mancava l’ebbrezza che si prova mentre ci si reca in aeroporto sapendo che si sta per partire. Anche se questa volta si è trattato solamente di un volo di un’ora e poco più per una meta in cui trascorrerò soltanto un paio di giorni di relax… giusto il tempo di far visita ad amici e vedere la città… o quel che ne resta. Sì, la destinazione è proprio quella di cui vi parlavo la scorsa settimana: Christchurch. Era da Luglio che cercavo di organizzare questa benedetta vacanza. Il problema è che avendo all’attivo due impieghi non riuscivo mai a mettere d’accordo l’uno con l’altro. Se uno mi dava l’ok, l’altro mi diceva che non era il momento e viceversa. Adesso che invece posso finalmente contare solo su un unico impiego mi è bastato un mesetto di attesa (e di supplica) per vedere il mio desiderio esaudito. Non vorrei cantar vittoria troppo presto ma mi pare, per una volta, di aver fatto la scelta giusta. Lavorativamente parlando s’intende. È proprio quel tipo di ambiente che fa per me e che stavo cercando da un po’. Il boss, i colleghi e i clienti sono fantastici. La mattina sono in turno con una ragazza colombiana, che mi aiuta ad imparare qualche parola in più di spagnolo, mentre la sera sono con una collega francese che mi da una mano a rinfrescare il mio francese arrugginito. Il capo non è un kiwi originario ma è qui da tipo tre decenni quindi parla inglese alla perfezione e mi corregge quando sbaglio. La frase che lo sento ripetere più spesso durante il giorno è “Cazzo Linda!”. Sì, sta cominciando ad imparare l’italiano. Finalmente ho un contratto scritto nero su bianco che mi assicura un minimo di 40 ore lavorative settimanali e una posizione permanente. La mia giornata inizia alle 8.10 col suono della sveglia. In meno di mezz’ora sono già in macchina. Alle 9 comincio il turno del mattino. A seconda della giornata e dell’affluenza di clienti ho dalle 2 alle 4 ore di pausa nel pomeriggio durante le quali in genere o torno a casa, o vado a fare un giro o mi trovo con gli amici per un gelato o una birra prima di riprendere. Alle 6 ritorno per il turno serale che è quello che mi piace di più. Essendo un ristorante fuori città la clientela è composta soprattutto da gente del posto che cena abbastanza presto, così alle 11 massimo sono fuori. Facendo doppio turno ho colazione, pranzo e cena pagati. Le mance serali non sono male. Naturalmente ho smesso di tornare a casa alle 3 del mattino e di dormire fino alle 11. In parte ciò è dovuto ai nuovi ritmi, ma anche al fatto che, con tutte le varie partenze che ci sono state, la compagnia di amici si è un po’ disgregata. Ad ogni modo mi mancano i vecchi tempi. Mi manca il periodo in cui lavoravo al Gina’s e l’andare al lavoro era considerato già un inizio di serata da passare con gli amici. Ma basta rimpiangere il passato. Dovrei solo essere fiera di poter portare con me per sempre questi ricordi. Ok raga, sono a Christchurch, è lunedì mattina… ho un bel po’ di piani per la giornata. Vado a realizzarli! Ciao!