Ehilà! Come va?
È da un po’ che non ci si sente!
Mi rendo conto di aver trascurato un po’ il sito in questi ultimi giorni ma purtroppo le giornate volano! So già che i pochi giorni che restano prima di tornare non basteranno per fare tutto quello che ho in mente di fare (portatemi a mangiare una pizza a Vailate vi pregooo!) e per riuscire a rivedere tutte le persone che mi interessa rivedere. Whatever…
Anyway, ci tenevo a parlarvi un po’ di Dubai.
In realtà avrei già dovuto farlo da più di una settimana, dato che avevo cominciato a scrivere questo post durante l’attesa del volo per Malpensa… poi tra una cosa e l’altra non ho più trovato il tempo per completarlo. Ci provo adesso.
Dubai. L’opinione che mi sono fatta riguardo questa città va presa un po’ con le pinze.
Questo per vari motivi. Primo, il poco tempo avuto a disposizione: 20 ore di scalo, la maggior parte delle quali trascorse in hotel a dormire e a rendermi presentabile al mondo. Secondo, il rincoglionimento generale dovuto alle precedenti 16 ore emmezzo di volo comprensive di “scalo rifornimento carburante” a Kuala Lumpur.
Comunque basta poco per farsi un’idea generale della realtà che regna in questo angolo di mondo, soprattutto quando si arriva da una realtà completamente differente.
Appena metti piede fuori dall’aeroporto (ma anche prima) vieni subito travolto da quell’ondata di caldo umido “addio piega” che neanche il bagno turco è in grado di offrire.
Strade immense, traffico perenne, automobilisti impazziti che si sorpassano a destra e a manca in un continuo sottofondo di clacson (come sono poetica). Ad ogni lato della strada si possono osservare file interminabili di grattacieli dai design più particolari. Al di là di questi, il deserto. La cosa veramente strana che ho notato è che quando dall’oblò dell’aereo cominci ad scorgere Dubai in lontananza è impossibile capire se sei già in fase d’atterraggio o sei ancora nell’alto dei cieli proprio a causa del contrasto creato dalla contrapposizione tra questi grattacieli così imponenti e gli edifici più bassi.
Un’altra cosa interessante è che le metro terminano con un vagone interamente dedicato a donne e bambini, prova della disuguaglianza sociale che ancora vige in questa società. È sufficiente infatti farsi un giro a piedi per la città per percepire subito lo sguardo degli uomini puntato addosso.
La gente mi è sembrata abbastanza, come dire, scomposta… nessuno rispetta la fila davanti agli sportelli, sui mezzi non si usa aspettare che gli altri passeggeri scendano prima di salire. Per scendere, infatti, non basta chiedere permesso, bisogna affrontare e sfondare la massa. I commessi nei negozi di souvenir, poi, ti stanno addosso come mosche, proprio come a Capo Verde dove i negozianti ti vengono incontro per strada per “invitarti” (obbligarti) ad entrare nei loro botteghini e venderti le loro paccottiglie.
Comunque questa è solo una piccola considerazione di quello che ho potuto osservare nel pochissimo tempo avuto a disposizione.
Nonostante tutto Dubai è una bellissima città, moderna e, soprattutto, tourist-friendly.
A prima vista sembra di essere stati teletrasportati nel futuro.
Mi fermo qua perché per fare una recensione più precisa e dettagliata avrei bisogno di almeno tre giorni per visitare bene tutto.
Vi rimando alla galleria fotografica (clicca qua) così potrete farvi anche voi un’idea di com’è strutturata questa Dubai.
P.S. Se domani viene davvero la fine del mondo credo che questo sarà l’ultimo post.
In caso contrario… alla prossima!!!
PS2 (PlayStation 2)
Apro questo sondaggio: se domani venisse veramente la fine del mondo come passereste queste ultime ore di vita?
Io, come molti già sanno, le trascorrerei mangiando di tutto e di più, in particolare mi strafogherei di pizza e taaanta Nutella! 😛
Si, proprio così…