Come al solito sono in ritardo con la “stesura” della seconda parte riguardante la mia breve vacanzina di settimana scorsa. Dunque, il giorno seguente, ovvero martedì, mi ero posta l’obiettivo di arrivare fino a Tauranga. Durante il tragitto, ho fatto un paio di soste nelle cittadine di Whangamata e Waihi che si trovano lungo la strada… un po’ per dare una sbirciata, un po’ per bere un caffè e sgranchire le gambe gonfie a causa delle troppe ore di guida e del caldo micidiale che ha fatto in quei giorni. Giunta a Tauranga, ho avuto la fortuna di riuscire ad accaparrarmi l’ultimo letto disponibile rimasto nell’ultima camerata dell’ostello, il YHA che si trova vicino al centro. In realtà Tauranga è talmente piccola che qualunque cosa può essere considerata centrale. Posso confermare quanto mi era stato detto da alcuni clienti del ristorante due giorni prima: Tauranga è una Auckland in miniatura. Si sviluppa su una lingua di terra che si affaccia sulla baia ed è bagnata su tre lati dal mare. Su un altro promontorio si trova invece il sobborgo di Mt Maunganui, dal nome dal vulcano. Quest’ultimo è collegato al centro della città tramite un ponte. Sì ecco, potremmo pensare a Mt Maunganui come a Takapuna per Auckland o Manly Beach per Sydney. Essendo un viaggio di avanscoperta devo dire che non mi dispiacerebbe trasferirmi in questa città nell’anno che verrà, giusto per cambiare un po’ aria e conoscere nuova gente. Ma passiamo allo scoop. Dopo aver fatto un giro per il centro della città, sono tornata in ostello a farmi una doccia e a riposare un attimo. Il programma per il tardo pomeriggio prevedeva poi la visita di Mt Maunganui e cena in loco. Giunta in prossimità del monte decido di impiegare i successivi 45 minuti per percorrere tutto il cammino che lo costeggia. Finito il giro mi dirigo verso la macchina e chi mi becco? Niente meno che il francese con cui ero uscita tempo fa ad Auckland e di cui vi avevo parlato in qualche post precedente. Sì, proprio lui! Ok, sapevo che si sarebbe trasferito da quelle parti… ma com’è possibile che abbia incontrato l’unica persona che, bene o male, avrei potuto dire di conoscere in quella zona? Ad ogni modo, non c’è stata molto dialogo. Giusto un “ma cosa ci fai qui? Ma dai, non è possibile!”. A dir la verità, ancora adesso non ricordo il suo nome. Avevo cancellato il suo contatto dalla rubrica la sera stessa del fattaccio dopodiché, l’ho completamente eliminato anche dalla mia mente. A parte questa piccola parentesi la serata si è conclusa in un posticino in cui ho potuto soddisfare uno dei miei nuovi capricci: bere birra mangiando nachos, o viceversa. Dopo una notte passata praticamente insonne a causa dei continui rumori nella stanza (e dell’assenza dei tappi), la mattina seguente mi sono fatta una tirata unica di tre ore d’auto per tornare ad Auckland. Ed è così ripresa la solita vita di sempre… Questa settimana ho deciso di risparmiare e di impiegare i miei due giorni off riposando e pianificando il viaggio che farò a dicembre con mio papà. Ma, anche restando in città, risparmiare è praticamente impossibile dato che sono sempre in giro a mangiare e bere! 😉