La vita è davvero imprevedibile. In un secondo tutto può cambiare, o finire per sempre. Già lo sapevo, purtroppo, ma mai come adesso, mai come dopo aver visto la morte proprio davanti ai nostri occhi, ad un soffio da noi. Una cosa del genere non mi era mai successa. Quando l’altro giorno in macchina dicevo a Simo, scherzando, che ero in cerca di emozioni forti di sicuro non intendevo questo. Se qualcuno mi ha sentita deve aver interpretato male.
Quello che segue è la ragione per cui vi sto dicendo questa cosa.
Ieri mattina stavo scendendo giù in strada ad aspettare il bus che mi avrebbe portata a fare Skydiving. Erano le 10.40. Chiedo a Simo se vuole venir giù con me a fumarsi una sigaretta così da farmi compagnia nell’attesa. Due minuti dopo esser scesi vedo il bus arrivare. Mi sbraccio per farmi vedere. Il bus si ferma davanti all’hotel, saluto Simo e salgo su. Non faccio in tempo a sedermi quando sento un rumore tremendo, come uno scoppio, una bomba, non lo so. Mi giro, e dal finestrino vedo Simo venire risucchiato da un nuvolone di polvere, il corpo di un uomo a torso nudo che vola tra me e lui e poi rotola sul marciapiede. Una gamba spezzata, il piede staccato, immobile. Realizzo che una macchina è uscita fuori strada e si è schiantata contro il palo che regge l’insegna del nostro hotel, abbattendolo. Appena il polverone si dissolve, rivedo Simo sconvolto e ricoperto di terra. Scendo di corsa dal bus e corro ad abbracciarlo passando di fianco al corpo dell’uomo che avevo visto volare. Simo che trema col cuore a mille, io che scoppio in lacrime. Per quell’uomo non c’è stato niente da fare. Inizialmente pensavamo si trattasse del conducente della vettura. Credevamo fosse volato fuori dal finestrino. Solamente nel tardo pomeriggio, leggendo i primi articoli riportati dalla cronaca locale, abbiamo capito che in realtà era un povero pedone che si trovava sul marciapiede in quel momento, proprio come noi. I due uomini sulla vettura erano invece due aborigeni ubriachi che, naturalmente, si sono fatti poco o niente.
http://mypolice.qld.gov.au/cairns/2012/09/22/update-fatal-traffic-crash-cairns/
Adesso è il momento dei “Se…”. Continuiamo ad immaginarci scenari diversi nel caso avessimo o non avessimo fatto esattamente quelle precise azioni quella mattina.
“E se avesse preso te ti avrei avuto sulla coscienza tutta la vita per averti fatto venire giù con me ad aspettare il bus…”, “E se il bus fosse arrivato due minuti dopo?”, “E se ha preso il palo proprio per evitare te?”. È un continuo ripensare alla scena, tirare fuori nuovi particolari… Va beh, le cose sono andate così. Sono cose che capitano, purtroppo. E quando capitano, chi ci rimette è sempre colui che non ha colpa.
Dopo quello che è successo e dopo quello che ho visto ho deciso che da Cairns me ne voglio andare anch’io. Per questo motivo ieri io e Simo abbiamo prenotato volo e hotel per Melbourne. Ce ne andiamo domani sera, saremo a Melbourne per mezzanotte. Poi si deciderà il da farsi.