No raga, non ci posso credere che stia già per finire!
Manca ormai solamente una settimana alla partenza e io non sono psicologicamente preparata!
Si può dire che in questi otto mesi io qui sia riuscita a costruirmi una vita, o almeno, quella che potrebbe verosimilmente diventarlo… ho un lavoro stabile pagato bene e che mi permetterebbe di vivere in modo anche abbastanza dignitoso, una casa bellissima al mare, il mio giro di conoscenze. Quando vado in giro per Sydney ormai riesco a ritrovare “le stesse facce”, ho il fruttivendolo di fiducia, il pescivendolo da cui vado sempre, il negozietto vicino a casa da cui compro la spremuta fresca la domenica mattina, il supermercato in cui faccio la spesa quotidiana… Cazzo, ma come faccio a mollare tutto così di punto in bianco? Lo so bene che tutto quello che ho costruito in questi, potrei dire, “soli” otto mesi lo potrei ricostruire anche altrove… Effettivamente quando sono partita lo scopo che mi ero prestabilita era viaggiare e basta. Non avrei mai pensato che bastasse così poco per mettere radici in un paese. Forse è stato così perché Sydney, o l’Australia in generale, sono luoghi in cui ancora la gente può davvero sperare di costruirsi un futuro migliore di ciò che potrebbe essere nel proprio paese. Così è stato per gli emigrati di cinquant’anni fa, e i cui figli ancora raccolgono i frutti di quello che a quei tempi i genitori seminarono, e così potrebbe essere in questo momento, un momento in cui il mondo va in scatafascio. Ma non qui, non in questa isola felice, dove Melbourne quest’anno è stata eletta “città più vivibile al mondo”.
Comunque, il nostro visto tra quattro mesi scadrà, ed è giusto conservare quest’ultimo periodo per viaggiare un po’… Almeno finché i soldi che abbiamo accantonato questi mesi ce lo permetteranno! Sarebbe anche già ora di cominciare a cercare un volo per il ritorno ma se già non sono pronta a lasciare Sydney lo potrò mai essere per lasciare, forse per sempre, l’Australia?