Newcastle e tanto relax

Sono le 19.30. Ho finito di cenare già da mezz’ora e ho anche già finito di stirare le quattro cose che ho lavato stamattina. Le altre quattro erano ancora troppo umide. Adesso sono al parchetto che c’è dietro casa a gustarmi l’ultima metà di cupcake al cioccolato che ho comprato per calmare la fame di metà pomeriggio e intanto raccontarvi come sono andati questi ultimi tre giorni prima che faccia buio…
Devo dire che questo è stato un weekend davvero rilassante, nonostante lo sbatti col treno e le valigie da portare avanti e indietro. La mia, in particolare, non riesce mai ad essere leggera. Ci provo ogni volta a metterci dentro solo il necessario ma quello che per me è “necessario” è sempre troppo pesante. Dovrò imparare ad alleggerire anche la zavorra materiale oltre che quella mentale. In questo devo dire che sono diventata abbastanza brava, soprattutto nell’ultimo periodo. Più passa il tempo e più sento che la mia mente sta diventando sempre più leggera e più libera da tutti quegli stupidi pensieri che fino a un paio di mesi fa mi ronzavano intorno giorno e notte. Forse lo stile di vita che hanno qui mi sta contagiando, ma lo lascio fare.
Davanti a me ci sono un ragazzo e una ragazza di colore che fanno finta di menarsi.

Comunque dicevo, il weekend è trascorso all’insegna del relax (Benessere! direbbe qualcuno). Newcastle è la meta perfetta per staccare dalla confusione della grande città e prendere un attimo di respiro… senza fare chissà quali escursioni o lunghe scarpinate per riuscire a vedere qualcosa di turistico. Non che io a Sydney mi senta stressata! Però, come ho detto già più volte, il ritmo della quotidianità si sente forte e chiaro.
Sabato, appena arrivati col treno, abbiamo fatto tappa al Mc Donald’s prima di salire in hotel a lasciare giù le valigie. Fortunatamente il Mc si trovava proprio dell’altra parte della strada. Dopodiché abbiamo passeggiato tutto il pomeriggio per la città e sul lungo mare. Nel frattempo abbiamo dato un’occhiata ai vari menù dei ristoranti per trovarne uno che ispirasse tutti e due per cena. Alla fine la scelta è caduta su una pizzeria con vista sul porto. La pizza non è valsa quanto l’abbiamo pagata, ma il panorama ha compensato. Dopo cena, dato che la città non proponeva nulla di interessante, abbiamo acquistato un film alla pay tv della stanza. Il problema è che a cinque minuti dalla fine non so cosa io abbia premuto fatto sta che si è stoppato e non c’è stato più verso di riprenderlo. Ho chiamato la reception dell’hotel per spiegare il problema ma la risposta è stata che, sorry, avremmo dovuto ripagare (16 dollari). Fuck!
Il film comunque non era un granché, e il sorry è rimasto il motto della gita.

Domenica altra passeggiata fino alle due famose piscine all’aperto che ci sono in riva al mare, naturalmente alimentate dall’acqua dell’oceano. Un caldo pazzesco, tant’è che non abbiamo saputo resistere e, nonostante fossimo sprovvisti di asciugamani e ciabattine, ci siamo tuffati. Il costume però ce l’avevamo! L’acqua era abbastanza fredda, ma fa niente. Non si poteva non provare l’ebbrezza di fare un bagno in riva all’oceano. Dopo esserci asciugati come lucertole al sole siamo andati alla ricerca di un gelataio e la vista di un furgoncino che vendeva gelati e bibite a bordo strada ci ha illuminati. Perché non acquistare anche noi un furgoncino e viaggiare per l’Australia vendendo piadine e gelati?

Siamo stati li un’ora ad osservare la gente che faceva la fila per un gelato. Addirittura si fermavano con la macchina e parcheggiavano! Un vero affare, tant’è che in un momento di calma siamo andati dalla signora a domandare “how did she start her business”. Ci ha spiegato che l’attività era cominciata con suo marito più di trent’anni fa. All’inizio giravano molto, mentre negli ultimi anni erano sempre rimasti nei dintorni di Sydney. Non sono riuscita a capire se il marito fosse poi morto o cosa, ma non ho voluto approfondire… Da quel momento l’unico argomento di discussione tra me e Simo è stato “come e quando far partire la nostra attività”. Certo che l’idea di viaggiare e nel frattempo fermarsi di tanto in tanto a bordo strada a sfornare piadine e vendere gelati è proprio una genialata! Altro che fare i camerieri e i lavapiatti nel tugurio puzzolente di ristorante thai!

A proposito, oggi Simo ha fatto quattro ore di prova in quel ristorante che vi dicevo in centro Sydney. Da quanto mi ha detto non è stato un granché, e il lavoro non sarebbe nemmeno un impegno fisso ma un’attività sporadica. Io, mentre lui era in cucina a barcamenarsi tra piatti da lavare e verdure da affettare, ho continuato il mio weekend relax: sveglia alle 9.30, colazione, bucato, pulizia stanza, lavaggio e stiraggio capelli, seconda colazione e, per finire, shopping nel famoso centro commerciale di Bondi Juntion in cui ero entrata giovedì mentre ero in giro per lavoro. Intorno alle 15, poi, ho raggiunto Simo e insieme ci siamo fatti un giro per le vie ancora inesplorate di Sydney. Non che non mi piaccia questa città, ma ormai posso dire di conoscerla tutta. È quasi ora di scoprirne una nuova… forse Melbourne? Mah, vedremo…

P.S. So che oggi la Francona è a Milano per incontrare Marco F. che abbiamo conosciuto a Londra. Sicuramente gli passerà il mio sito quindi ne approfitto per salutarlo. Ciao Marco!!! Mi spiace non essere venuta in centro con la Fra oggi, ma mi trovo un tantino distante (sicché, non ho potuto presenziare alla rimpatriata) :-P.
Ad un caso ci si sente! Ti mando lo stesso un bacione grandissimo!